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SCUOLA/ EMERGENZA BULLISMO: COME SI COMBATTE IN ITALIA
Inserito il 23 novembre 2007 alle 18:01:00 da edscuola. IT - Bullismo
Indirizzo sito : Edscuola© - Stampa


Malgrado campagna nazionale ministero PI fenomeno non si placa

Roma, 23 nov. (Apcom) - Le notizie di cronaca continuano a raccontare fatti con protagonisti giovani studenti che compiono atti di prepotenza e bullismo: oggi l'ultimo episodio, con l'arresto di due ragazzi milanesi che da 15 giorni minacciavano (a parole, con buffetti intimidatori all'uscita di scuola, ma anche attraverso sms e chat) uno studente sedicenne del liceo Einstein pretendendo la restituzione di denaro che secondo loro la vittima avrebbe rubato.

Il fenomeno della violenza giovanile non sembra arrestarsi malgrado gli sforzi avviati negli ultimi mesi dalle istituzioni, in particolare dal ministero della Pubblica Istruzione. Lo scorso febbraio viale Trastevere ha introdotto una vera e propria 'campagna nazionale contro la violenza': si tratta di 20 osservatori permanenti, un numero verde nazionale, un sito internet di sensibilizzazione, un decalogo di informazioni e delle sanzioni più severe, accompagnate da percorsi di recupero, da applicare soprattutto ai giovani bulli.

Le linee di indirizzo del ministro Fioroni sono contenute in una direttiva - contenente le linee di indirizzo generali ed azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo - inviata a tutte le scuole, frutto del lavoro di proposta che le stesse scuole hanno fatto arrivare allo stesso dicastero.

Nel documento, rivolgendosi al personale scolastico, Fioroni spiegava che "per prevenire e contrastare efficacemente fenomeni di bullismo, di violenza fisica o psicologica che vedono protagonisti una parte dei bambini e degli adolescenti" ogni scuola dovrebbe ricercare la strategia più idonea ed efficace attraverso il Piano dell'offerta formativa, il documento di indirizzo interno che ogni scuole redige nella sua autonomia.

A livello nazionale il ministero ha deciso di supportare gli sforzi di ogni istituto attraverso una serie di iniziative: - UNACAMPAGNA DI COMUNICAZIONE DIFFERENZIATA rivolta agli studenti, ai dirigenti scolastici, ai docenti, al personale non docente e alle famiglie, che preveda azioni mirate per ogni ordine e grado di scuola, e che coinvolga stampa, radio e televisione.

- LA REALIZZAZIONE DI PROGRAMMI TELEVISIVI della Rai ad hoc finalizzati al riconoscimento, alla verbalizzazione ed espressione di sentimenti anche negativi; di poster da affiggere all'interno delle scuole, che contengano immagini-messaggio particolarmente adatte e facilmente decodificabili dai più piccoli o realizzati da loro stessi; la sensibilizzazione e possibile collaborazione con l'editoria rivolta ai bambini.

- LA CREAZIONE DI UN PORTALE INTERNET, in collaborazione con scuole, studenti e consulte; la messa in onda di spot televisivi e radiofonici scelti tra quelli elaborati dalle scuole; il coinvolgimento dei portali web maggiormente frequentati dai giovani nella campagna di comunicazione; coinvolgimento di testimonial contro il bullismo e promozione di apposite iniziative nel palinsesto televisivo.

- L'INSEDIAMENTO DI UN OSSERVATORIO PERMANENTE in ogni Regione, finanziato attraverso fondi appositi previsti dagli Uffici scolastici regionali, con il compito di lavorare in stretta collaborazione con le istituzioni locali per la realizzazione di attività e per la valorizzazione del patrimonio di buone pratiche e di competenze che si sono sviluppate nel territorio.

Gli osservatori eseguono la rilevazione e il monitoraggio costante del fenomeno bullismo, il collegamento con le diverse istituzioni che si occupano di educazione alla legalità e la verifica delle attività svolte dai vari soggetti. Favoriscono poi la promozione e il monitoraggio dei percorsi di informazione e aggiornamento destinati alle diverse componenti della comunità scolastica.

In questi mesi sono state molte le proposte giunte ai vari osservatori direttamente dai docenti: diverse si sono soffermate sull'esigenza di reintrodurre i "Cic" (Centri di informazione e consulenza), che per legge esistono ancora, ma che non sono mai stati resi operativi. tocca alla commissione valutarle e scegliere quella (o quelle) da presentare ai dirigenti regionali, per entrare finalmente nel vivo del progetto.

- L'ATTIVAZIONE DEL NUMERO VERDE NAZIONALE 800669696, costituito da 10 postazioni di ascolto seguite da una task force di esperti (psicologi, insegnanti, genitori e personale del ministero) attive dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19: "a questo numero - spiega lo stesso ministero della Pubblica Istruzione - si possono segnalare casi, chiedere informazioni generali sul fenomeno e su come comportarsi in situazioni critiche".

Tutte le telefonate confluiscono in un database centralizzato che, garantendo l'archiviazione e la riservatezza delle informazioni classificate, consente l'elaborazione di statistiche tramite cui migliorare le azioni in corso ed effettuare interventi mirati e tempestivi.

- LA REALIZZAZIONE DEL SITO INTERNET www.smontailbullo.it, che vuole rappresentare un punto di raccordo, di raccolta e divulgazione delle informazioni utili provenienti dagli osservatori e dagli operatori del numero verde, nonché una vetrina per le azioni e le campagne promosse dalle scuole.

- L'INTRODUZIONE DI SANZIONI PIÙ SEVERE e di percorsi di recupero: come linea di fondo, nel ribadire la funzione educativa delle sanzioni, il ministero ha chiesto ai docenti di responsabilizzare lo studente e non espellerlo da scuola. Viale Trastevere si è raccomandatp che le sanzioni siano sempre "eque, tempestive e proporzionate alla gravità" delle azioni".

Qualora la scuola decida per la sospensione, questa non deve durare più di 15 giorni. Questo principio può però essere superato in due casi di particolare gravità: quando siano stati commessi reati e quando ci sia pericolo per l'incolumità delle persone, riconoscendo la possibilità di ricorrere ad un 'rimedio estremo' e la durata dell'allontanamento (fino alla sospensione dello studente per l'intero anno scolastico) è commisurata alla gravità del reato ovvero al permanere della situazione di pericolo. Possibile anche l'allontanamento forzato fino a giugno e l'esclusione degli stessi studenti dallo scrutinio finale

Nel tracciare la strade di semplificazione delle procedure per le sanzioni disciplinari agli studenti, il ministero dello PI ha poi specificato che queste non devono limitarsi "ad allontanare i giovani dalla scuola, circostanza sempre pericolosa per la crescita e lo sviluppo della persona, ma offrano percorsi educativi di recupero". Anche in questo caso ogni scuola definisce le proprie regole attraverso il Collegio dei docenti e le attua sempre a livello collegiale.

Il ministero ha infatti indicato alle scuole, qualsiasi sia il procedimento punitivo scelto, che le punizioni vanno conferite sempre a livello collegiale: se gli episodi saranno cagionati da studenti isolati ci penserà il Consiglio di Classe; il Consiglio d'Istituto qualora gli studenti fossero tanti ed appartenenti a classi diverse.

Le punizioni decretate dai docenti sono comunque impugnabili: gli studenti, avvalendosi anche del supporto della famiglia, si potranno appellare all'organo di Garanzia della scuola. Un organo che essendo costituito da rappresentanti dei genitori e degli alunni, oltre che da insegnanti e dirigente scolastico, garantirà un giudizio super partes e scevro da condizionamenti.

In ogni caso, lo studente non verrà mai cacciato da scuola e abbandonato a se stesso: la linea intrapresa da viale Trastevere sarà quella del suo recupero attraverso la frequentazione obbligatoria di corsi di recupero organizzati dalla stessa scuola. Del resto il ministro Fioroni ha sempre sostenuto che per superare la piaga della violenza scolastica è indispensabile attuare "un forte impegno dove ciascun cittadino italiano - genitori, studenti e docenti - faccia la propria parte".

LA PROMOZIONE DI UNA SERIE DI AZIONI tese ad educare gli studenti sul corretto utilizzo della rete internet e delle nuove tecnologie, "con particolare attenzione all'acquisizione di un utilizzo critico e competente degli strumenti di comunicazione e di intrattenimento e all'esigenza di far acquisire agli studenti il significato e il rispetto del diritto alla privacy propria e altrui".

- L'AVVIO DI UNA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE volta a sensibilizzare i genitori alla scelta dei videogiochi ponendo attenzione alla classificazione Pegi, il codice di autoregolamentazione adottato su scala europea dalle ditte produttrici di videogame.

In collaborazione con il ministero delle Comunicazioni e il comitato "Tv e minori" il ministero ha anche definito delle iniziative informative sul codice "Internet e minori" e un tavolo con le emittenti televisive e le principali case di produzione cinematografiche e televisive per contenere il fenomeno della violenza in tv e offrire occasioni di riflessione e discussione.

- UNA MAGGIORE LOTTA AL CYBERBULLISMO attraverso l'introduzione (ancora però da attuare) di materie curricolari che forniscano "agli studenti le capacità per una decodifica approfondita della realtà insieme alla proposta di attività strutturate e coerenti con il percorso di formazione. Il valore educativo dell'esperienza scolastica, infatti, comprende e supera la sola acquisizione di conoscenze e competenze".

Sempre secondo il dicastero dell'istruzione "il videogioco è infatti uno strumento e come tale può essere anche strumento didattico con valore artistico ed educativo e quindi un'opportunità".

Rimanendo sul fronte delle tecnologie on line, il ministero dell'Interno, attraverso il proprio comitato nazionale anti-discriminazione e anti-semitismo, ha da poco introdotto un blog per monitorare i pericoli diregressione verso forme d'intolleranza, razzismo, xenofobia, antisemitismo: lo strumento interattivo intende individuare gli strumenti educativi per contrastare efficacemente ogni forma di violenza. Nel blog i ragazzi possono infatti segnalare casi, confrontarsi o fare domande agli esperti.

I numeri ci dicono che il bullismo, soprattutto a scuola, è tutt'altro che in fase regressiva: secondo i dati presentati al XIII congresso dell'Escap, la Società Europea di Psichiatria Infantile e Adolescenziale, svolto di recente a Firenze, in Italia il fenomeno coinvolge il 25% dei ragazzi in età scolare mentre in alcuni paesi del mondo raggiunge persino punte del 40-50%.

Dati confermati dalla ricerca Eurispes-Telefono Azzurro, presentata la scorsa settimana, secondo cui l'11,7% dei minori subisce una continua esclusione dal gruppo, l'8,7% è vittima di furti di oggetti e cibo e il 5,2% subisce addirittura percosse; l'ambiente formativo continua ad essere di gran lunga quello dove si svolgono maggiori episodi di prevaricazione (43,4%).

Per i sociologi che hanno curato lo studio siamo ormai di fronte "ad una 'now generation' del tutto e subito, con sempre più ragazzi che si ergono a ruolo di figli-padroni di genitori poco presenti e iperpermissivi incapaci di stabilire regole e di farle rispettare".

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